I am inspired by nature

Posidim: un acquario sperimentale.

Anello di connessione tra il modo di vedere l'acquariofilia con occhio da "manuale su come allestire passo per passo il tuo primo acquario" ed "acquario fai da te" o "naturale", inteso come vasca realizzata con materiali raccolti in natura.
Posidim è stata una sorta di prova generale sul "comportamento" di elementi aggiunti in acquario senza avere la piena certezza della loro bontà, anche se, ovviamente, diverse letture e ricerche personali mi hanno indirizzato verso determinate scelte.
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In Posidim sperimentai per la prima volta la pratica di creare uno sfondo "fai da te" per un acquario. 
Assieme ad un carissimo amico, decidemmo di provare a realizzarne uno, ma questo fu solo l'inizio. 
Per questa costruzione decidemmo di utilizzare un foglio di polistirolo dello spessore di 5 cm. Cominciammo a modellarlo con un coltello affilato cercando di creare delle conche e degli avvallamenti, una superficie il più possibile irregolare. Poi passammo una piccola fiammella per sciogliere la parte superficiale creando una sorta di "pasta" composta evitando così che le palline di polistirolo potessero staccarsi e sparpagliarsi in giro.
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Lavammo e facemmo asciugare lo sfondo al sole per tre o quattro giorni. Successivamente acquista delle vernici acriliche all'acqua atossiche e cominciai a dipingerlo cercando di dargli un effetto credibile. Lasciammo asciugare il tutto per tre giorni e poi passai due mani del noto plastificante atossico "Plastivel" con un intervallo di 48 ore. Lo sfondo rimase per una decina di giorni all'aria aperta, non sempre a contatto diretto dei raggi solari.
Mi informai per bene sull'effettiva atossicità del prodotto e soprattutto su eventuali altre esperienze con tale vernice, una volta capito che non ci sarebbero stati problemi, l'ho utilizzai. Ad ogni modo fummo incoraggiati anche dal fatto che il mio intento, con questa creazione, fu quello di creare un acquario di sole piante e materiali prelevati in natura.
Lo fissai in acquario con del silicone acetico, che disposi sul retro dello sfondo direttamente sul polistirolo e sul vetro di fondo della vasca, poi disposi dei mattoni per tenerlo ben premuto e lasciai asciugare per due giorni in ambiente asciutto.
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Per quanto concerne il fondo, decisi di disporre uno strato di comune terriccio da giardino, la difficoltà sarebbe stata però quale scegliere.
Vagliai diverse possibilità ed alla fine, optai per un terriccio con le caratteristiche dettagliatamente descritte sulla confezione, in modo da avere un quadro preciso della sua composizione, e quindi, poterne poi eventualmente prendere in considerazione i risultati, i problemi e le migliorie da applicare in una possibile seconda prova. Inoltre cercai informazioni su internet e su alcuni libri tra i quali "Ecologia dell'acquario di piante" di Diana Walstad.
Questa "tecnica" viene eseguita da molto tempo, ed il risultato dovrebbe portare ad ottenere un substrato ideale per le piante acquatiche, soprattutto per quanto concerne lo sviluppo dell'apparato radicale, l'areazione del fondo e lo scambio di nutrienti tra il fondo stesso e le piante.
Comunque già a priori, prima di cominciare l'avventura, decisi di non inserire piante esigenti sia in fatto di fertilizzazione settimanale o giornaliera (non utilizzata), sia in fatto di co2 (quella presente e prodotta dal materiale in decomposizione doveva essere sufficiente), sia in fatto di illuminazione (solo 2 neon da 15 watt con riflettore).
Soprattutto avrei scelto delle piante che sviluppassero un importante apparato radicale al quale servisse, appunto, un buon fondo per prosperare, ed anche per questo motivo scelsi dunque le Cryptocoryne Wendtii, delle quali poi mi interessai anche in un altro acquario, perché trovo siano delle piante davvero belle, rustiche ed utili a comporre uno scenario molto "naturale".
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Secondo varie letture un terriccio utile e funzionale a tale scopo dovrebbe avere questa composizione:
- Azoto organico: 0,5% 
- Elementi in tracce
- Carbonio organico di origine biologica tra il 20% ed il 30%
- Rame: 150 ppm su ltotale
- Zinco: 500 ppm sul totale
- Piombo: 140 ppm sul totale
- Un percentuale di torba minore della metà del totale del terriccio preso in esame
- Una salinità non superiore ai 3,5 ms/cm con una temperatura di 22 gradi
- Ph intorno al 6,5
- Presenza di acido tannico ed umico che non superi il 10% del totale

Il terriccio da giardinaggio che decisi di utilizzare riportava i seguenti valori: 
- Presenza di torba di sfagno 
- Presenza di argilla
- Azoto inorganico: 0,4%
- Elementi in tracce
- NPK fertilizzanti (i macroelementi azoto, fosforo e potassio)
- Sostanza organica 50% 
- Valore del PH: 6
- Ritenzione idrica: 60%
Si tratta dunque di una terra concimata di origine vegetale, derivata dalla miscela di torba, argilla e parti organiche vegetali.
Come spesso si fa per alcune piante da giardino decisi di inserire una manciata (davvero pochi grammi) di un materiale utilizzato da tempo in questo campo: la cornunghia. Essa deriva dalla macinazione di ossa e corna animali che subiscono un trattamento di essicazione e torrefazione che permette, assieme ad un trattamento termico, di evitare la presenza di funghi e muffe. 
Si tratta di un concime a lenta cessione, quindi dovrebbe far sì che i macroelementi ed i microelementi vengano ceduti gradualmente alla pianta, quando essa necessita dell'apporto di questi elementi. 
Possiede anche un potere ammendante quindi dovrebbe garantire, assieme al terriccio stesso, una permeabilità ed un persistente drenaggio del terreno, favorendo lo scambio gassoso (ossigeno in particolar modo) tra il substrato ed il resto del sistema, e questo giova alle piante ed al loro apparato radicale.
Permette di assorbire meglio i composti minerali presenti di cui abbisognano le piante per crescere.
Sopra ad un fondo di terriccio con spessore variabile tra i 2 ed i 3 cm, disposi altri 2/3 cm circa di ghiaietto, prelevato direttamente in natura, dal letto di un fiume vicino a casa. Una volta giunto a casa lo lasciai per qualche giorno sotto acqua corrente, poi lo lavai ed infine decisi di sistemarlo in acquario.
Devo ammettere che l'effetto ne giovò da subito, la vasca possedeva ora un fondo davvero naturale e l'insieme con lo sfondo in polistirolo risultava essere davvero convincente, rispecchiando ciò che mi ero prefissato di raggiungere.
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I legni utilizzati sono stati anch'essi raccolti in natura, si trattò, per la maggior parte, di carpino, un albero abbastanza comune.
Lasciai i rami a mollo per alcuni giorni lasciando che l'acqua li pulisse da fango ed altra materia organica, poi li lavai sotto acqua corrente e li misi ad asciugare e seccare al sole estivo per un paio di settimane.
Una volta inseriti in acquario e dopo aver introdotto l'acqua, non colorarono molto nelle settimane successive, però le superfici degli stessi cominciarono quasi a sgretolarsi lasciando cadere sul fondo materiale organico ligneo che, una volta mescolato al ghiaietto, donandogli un aspetto ancor più naturale.
Dunque feci partire l'acquario, ma non come si è soliti fare, perché la vasca era "provvista" al momento dell'avvio, di fondo, sfondo, luce, ed ovviamente di acqua. Stop. Niente filtro, niente riscaldatore e niente piante.

I valori chimico/fisici dell'acqua alla partenza sono stati questi:
Ph: 7,5
KH: 10
GH: 8
Nitriti: 0,2 mg/l
Nitrati: 20 mg/l 
Temperatura: 27 (siamo ad inizio agosto)
Curioso fu il tempo che ci misi prima di inserire la "parte verde": quasi un mese.
Solitamente infatti si dovrebbero inserire le piante nella fase di allestimento della vasca, salvo poi aggiungerne altre nel corso vitale della vasca. Ricordo però che per un motivo o per l'altro ritardai, lasciando che l'acquario maturasse senza alcuna (o quasi) forma vegetale in esso.
Decisi, per questo motivo, di mantenere un fotoperiodo limitato a 6 ore, anche perché la vasca, continuamente al buio, non sarebbe stata davvero una gran bella cosa da ammirare.
Acquistai dunque le Cryptocoryne Wendtii, e cominciai a sistemarle sul fondo, facendo attenzione a non smuoverlo troppo, per non far fuoriuscire il terriccio da giardino. 

I valori chimico/fisici dell'acqua, che misurai in questo momento, ovvero dopo circa un mese dall'avvio, sono stati questi:
Ph: 7
KH: 8
GH: 8
Nitriti: 0,1 mg/l
Nitrati: 40 mg/l 

I valori degli "inquinanti" mi hanno fatto capire di come l'assenza di piante e di un vano dedicato al filtro (esterno od interno che sia) abbia decisamente contribuito al fatto che i nitrati aumentassero considerevolmente ed i nitriti diminuissero di poco.
I batteri presenti hanno colonizzato i legni, il fondo e l'acqua libera, c'è stata la cosiddetta flocculazione, nella quale i batteri in sospensione si sono aggregati, ed è la fase che precede la maturazione del filtro. In questo caso i batteri, non avendo avuto a disposizione un filtro dedicato, si sono diffusi solo sul fondo, sui legni, tra le radici delle piante ed una parte in acqua libera.
Il Ph si è abbassato, è questo è attribuibile molto probabilmente alla terra da giardino ed alla sua componente acida.
L'acquario è stato avviato nel mese di giugno, e non ho utilizzato alcun termoriscaldatore per i successivi quattro mesi, poi ad ottobre, trovandosi la vasca in una zona fredda della casa, ho voluto inserirne uno e lasciare che la temperatura non andasse mai sotto i 20 gradi.
Molto sorprendentemente in questo periodo di totale assenza di piante, le alghe (diatomee o verdi) e i cianobatteri sono rimasti quasi assenti. 
Solo una piccola parte dei vetri laterali vicino al fondo è stata caratterizzata dalla presenza di diatomee (alghe brune) e qualche alga verde sui tronchi in prossimità dei neon. Cos'è che ha mantenuto così contenuta la fioritura algale? Il fotoperiodo ristretto, i valori dell'acqua, che cosa?
Sinceramente non so darmi una risposta certa, anche perché in questo periodo, non ho avuto la possibilità di misurare né i fosfati, né il ferro.
La co2 e l'ossigeno disciolti in acqua li ho potuti calcolare con la formula che relaziona kh e ph, quindi in quel momento 24 mg/l di CO2 disciolta in acqua e 8 Mg/l di O2 che si attesta al momento su valori ottimali, anche se a beneficiarne non ci sono piante verdi.
Le Cryptocoryne in questi mesi sono cresciute abbastanza bene, credo abbiano sofferto però delle alte temperature di quell'estate, infatti anche in una zona realtivamente fresca come quella in cui l'acquario è stato sistemato, le temperature hanno toccato spesso e per lunghi periodi i 30 gradi.
Le piante appena citate hanno ricoperto un ruolo importante in questo acquario, essendo state le uniche ad essere inserite sul fondo, ma quella che mi ha, senza dubbio, incuriosito è stata una comune pianta infestante chiamata "Lemna Minor", conosciuta anche come "Lenticchia d'acqua" perché il suo aspetto ricorda appunto nella forma il legume che siamo abituati a mangiare sin da tempi antichissimi.
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La Lemna Minor è una piantina curiosa anche nella forma, è composta da piccole foglioline ellittiche di colore verde più o meno intenso a seconda del nutrimento e delle condizioni che trova in acqua, è galleggiante, e spesso diventa infestante riuscendo a coprire intere superfici in pochi giorni.
Offre riparo a insetti, pesci ed anfibi.
In acquario, oltre per la sua coreografica presenza, almeno a mio parere perché specialmente in vasche aperte dona un senso di "naturale" all'insieme, è utile perché, moltiplicandosi velocemente, riesce anche a "consumare" molti nitrati e fosfati, contribuendo all'equilibrio in vasca. Inoltre grazie a questa pianta, si può anche avere un indice della presenza di ferro in acqua, visto che se questo elemento viene a mancare, la pianta tende ad ingiallire velocemente (clorosi ferrica).
Prelevata direttamente dai fossati vicino a casa, dapprima si presentarono due dubbi: la possibilità di introdurre ospiti "indesiderati" e la capacità di sopravvivenza della stessa in acquario, dove le condizioni chimico-fisiche non sono certamente uguali a quelle presenti in natura.
Il primo dubbio si rivelò in seguito un punto di forza dell'acquario stesso, ovvero mai come in questa piccola vasca ho potuto osservare una miriade di piccole forme di vita, vivere, moltiplicarsi, effettuare metamorfosi e perire.
Sono riuscito ad osservare le larve di zanzara, dafnie, lombrichini, planarie, ed una marea di lumachine, tra le quali le Limnaea, le Physa, le Planorbis sp. e le Planorbis Corneus. Molti di questi esseri li ho introdotti con la stessa Lemna, visto che i trovavano imbrigliati tra il groviglio di radici, mentre altri li ho "pescati" volontariamente io, ed dopo averli osservati in un bicchierino li ho inserito.

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In foto s'intravede la superficie totalmente invasa dalla Lemna e le Cryptocoryne, le quali, trascorsi molti mesi dall'avvio, sono cresciute bene.
Posidim ha ospitato anche alcune prove con piante locali, delle quali non ho trovato il nome, ma tra queste sicuramente quelle che mi ha dato molte soddisfazioni sono stati i due muschi inseriti. 
Il primo (lo si può notare nella foto sopra), l'ho sistemato tra i rami sommersi ed ha procurato riparo alle lumachine ed alle tante larve di insetto, il secondo (foto sotto), invece, l'ho sistemato in superficie, ed essendo un acquario chiuso, ho fatto in modo che l'umidità al suo interno potesse rimanere su alti livelli per far sì che non si secchi.
Inizialmente ha avuto qualche problema, soprattutto dovuto all'acclimatazione ed alle nuove condizioni in acquario, poi una volta partito ha invaso gran parte del ramo semi sommerso.
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La piantina che potete osservare sotto, dovrebbe trattarsi di Lindernia forse Angallis, è una delle tante che ho provato ad inserire in acquario e,si è ben acclimatata, crescendo molto, in parte emersa in parte sommersa arrivando ad una lunghezza di oltre 30 cm. 
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Un ospite, che mai avrei pensato potesse sopravvivere in acquario è stato un fungo giallo, poi moltiplicatosi, adagiato sulla parte emersa del tronco, costantemente lambita dall'acqua della vasca.
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A poco più di un anno dall'avvio della vasca i valori misurati sono risultati questi:
Ph: 7.2
KH: 9
GH: 9
Nitriti: non rilevabili
Nitrati: 10 mg/l 
Temperatura: 22 gradi

Questa volta ho misurato anche i fosfati che si sono attestati al valore di 0,3 mg/l quindi un buon risultato, certamente dovuto alla mancanza di pesci e quindi alla mancata alimentazione ed alla presenza di piante come la Lemna ed il Photos (quest'ultimo però introdotto dopo circa 7/8 mesi dall'avvio).
Anche i nitrati si sono abbassati notevolmente, molto probabilmente per gli stessi motivi appena descritti, mentre i valori del ph, gh e kh sono pressochè rimasti quasi uguali.
Il ferro non è stato misurato, ma osservando il colore acceso e la proliferazione smisurata della Lemna si suppone che sia in quantità tali da soddisfare la richiesta necessaria.
Nel corso di tutti questi mesi ho solamente rabboccato l'acqua evaporata, che ovviamente è stata maggiore nei mesi estivi e molto minore in quelli invernali. In alcuni periodi ho anche lasciato che il livello della stessa s'abbassasse, come succede in natura, salvo poi ripristinarla con acqua RO miscelata a quella di rubinetto, questa tecnica l'ho utilizzata anche in altri acquari.

I valori dell'acqua utilizzata per i rabbocchi sono stati questi: 
Ph: 6,9
KH: 7
GH: 8
Nitriti: non rilevabili
Nitrati: 5 mg/l 

Per far sì che venga mantenuta pressoché tale ad ogni rabbocco, ho calcolato la quantità di acqua Ro e quella di rubinetto necessarie, ed il rapporto è stato di 8 litri della prima e 2 della seconda. Al risultato non ho mai inserito alcun correttore, biocondizionatore o fertilizzante.

Questo è stato l'unico acquario che io abbia mai avuto fino ad ora totalmente privo di filtro, e debbo ammettere che la cosa mi ha molto affascinato. Questa prerogativa mi ha diffidato dall'inserire pesci, ma non escludo affatto che pochi esemplari, ben scelti, avrebbero tranquillamente potuto vivere in un ambiente comunque stabile ed equilibrato come questo. La vasca ha vissuto per poco più di un anno e mezzo ed alla fine della sua evoluzione ho voluto intervenire sull'equilibrio con azioni esterne mirate. Per due settimane ho inserito del mangime in acquario, nella ragione di circa 10 scaglie di cibo vegetale ed animale al giorno, lasciando che esse si depositassero sul fondo per poi sfaldarsi. 

Alla fine dei quindici giorni ho misurato i valori ed ho avuto come risposta questi risultati:
Ph: 7.2
KH: 9
GH: 9
Nitriti: non rilevabili
Nitrati: 15 mg/l 
Fosfati: 0,3 mg/l
Temperatura: 22 gradi

L'acquario ha retto questa prova, incrementando di poco il valore dei nitrati, il resto, soprattutto i fosfati, è stato mantenuto a valori accettabili grazie alle piante di Lemna Minor ed ai batteri presenti sul fondo, tra le piante, sui legni, ecc.
Credo che 10 scagliette come quelle sarebbero potute bastare per alimentare tranquillamente un terzetto di pesci (un maschio e due femmine) di piccole dimensioni. 
Unico appunto che ho rilevato è stato un lieve incremento di diatomee sulla parte bassa dei vetri.

Nonostante sia stato un acquario di sole piante, Posidim ha sempre mantenuto alto il mio interesse, soprattutto perché al suo interno ho potuto osservare e sperimentare diverse pratiche che, fino a quel momento, erano rimaste, per il sottoscritto, solamente pura teoria.
Articolo scritto da Stefano Florissi (Dabolox)
Tutte le foto sono state realizzate da Stefano Florissi (Dabolox).
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